giovedì 7 febbraio 2013

Cartomanzia, la storia.

Questo articolo di cartomanzia, non vuole essere un'opera di propaganda intesa ad accreditare la tradizione secondo la quale le carte da gioco debbono essere considerate come "Pagine del gran libro del destino".
Dagli albori delle più antiche civiltà ai giorni nostri, la fiducia del genere umano nel potere divinatorio delle carte, per l'accresciuta documentazione della sorprendente corrispondenza dei significati attribuiti alle carte alla maggior parte dei casi della vita umana, anzichè diminuire, si è rafforzata.
L'ingegnoso procedimento deduttivo o induttivo, consegnato ai metodi più accreditati per la consultazione, porta alle conclusioni più duttili nella formula di una profezia. 

Nonostante falsi pudori e ostentati scettiscismi, anche oggi, persone serie e colte non sdegnano di ricorrere all'oracolo a portata di tutti, direttamente o per interposta persona.
Superstizione?
Può Darsi.

D'altronde, una forza inespicabile agisce nel substrato dell'anima umana che attinge con voluttà alla sorgente delle illusioni e vi trova momentaneo sollievo alle amarezze della realtà di ogni giorno.
Le carte predicano il bene ed il male.
Nel primo caso, chi le consulta, non deve affidarsi alla lusinga dell'oroscopo, ma aiutare con tutte le sue forze la realizzazione dell'evento lieto prognosticato. Nel secondo caso, l'avvertimento gli sarà ancora più utile, mettendolo in grado di correre in tempo ai ripari per impedire che il funesto vaticinio si avveri.
E' anche vero che i cartomanti, negano un valore assoluto ai responsi delle carte.

Sull'origine delle carte da gioco la storia ha lasciato libero il passaggio alla leggenda. Gli studiosi, si sono ostinati nel tentativo di segnare un preciso confine tra la leggenda e la storia. Ma anche i più diligenti indagatori, i più esperti nello strappare i segreti alle cose inanimate hanno dovuto battere in ritirata dinanzi ai rapsodi della tradizione, poichè innumerevoli e insommortabili ostacoli si frapponevano alla ricerca della verità.
L'incertezza sui dati fondamentali dell'invenzione delle carte da gioco, permane, poichè nessun popolo ne vanta la paternità. I più ritengono che l'origine delle carte  si debba fissare al XIV° secolo. Secondo l'opinione più accreditata l'invenzione è da attribuirsi ai cinesi. Gli arabi del deserto, nel corso delle loro peregrinazioni, ne sarebbero venuti in possesso e l'avrebbero importata in Occidente, fra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. 
 Secondo il Cicognara "Memorie spettanti alla storia della calcografia (Prato 1831)", le carte da gioco furono introdotte in Linguadoca nel 731 e in Italia nell'842 date corrispondenti alle scorrerie arabe in questi paesi. " I disegni delle carte da gioco - egli scrive - furono modificati ed alterati conforme al gusto delle narrazioni." Alcuni europei pretesero porre le carte ai tempi della cavalleria (secolo XI°), quindi le armi offensive e difensive: le picche, gli scudi, ecc. Nei secoli posteriori le carte furono miniate ed entrarono tra gli oggetti di lusso. Basti pensare che Filippo Maria Visconti, duca di Milano, aveva acquistato un mazzo di carte da gioco dipinte da Marziano da Tortona, e del quale ha lasciato una bella descrizione Gaetano Catteneo già direttore dell'i.r. Gabinetto numistico di Milano, pagandolo mille e cinquecento ducati d'oro!
E se non vi siete già stancati, nei prossimi post scriveremo gli scandali reali legati alla cartomanzia. Quindi, al prossimo post!

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